POKET P*RNO, intervista alla voce cinica della Gen Z tra emo-punk, garage e chitarre nostalgiche

POKET P*RNO, la voce cinica della Gen Z tra emo-punk, garage e chitarre nostalgiche

Tutti Vogliono ” è il nuovo singolo

INTERVISTA

TUTTI VOGLIONO è il nuovo singolo di Poket P*rno, in uscita su tutte le piattaforme digitali. Poket P*rno è solo l’ultimo dei progetti di Marco Pizzo, giovanissimo artista classe 1998 ma già da anni al lavoro sulla sua identità musicale frutto di una penna instancabile e tante esperienze nei locali e nei garage di provincia.

Poket P*rno racconta la verità di Marco Pizzo, o forse la verità di ognuno di noi. È un racconto di emozioni ed esperienze che si mescolano e creano musica, critica sociale e tanto rumore. Un mix di sonorità passate e future si fondono in un emo-punk con un linguaggio provocatorio e irriverente. Il risultato è la voce, cinica, di una generazione che deve essere sempre pronta ad una lotta con la vita, per rivendicare il proprio spazio in una società individualista.  

Un Mac, una scheda audio, delle cuffie, una Fender Squier e una macchina fotografica analogica: la ricetta perfetta. Sì, i suoi brani sono tutti autoprodotti: è nelle tracce di Logic che Marco si è perso per poi scoprirsi, uscendone poi come Poket P*rno. È cresciuto ascoltando pilastri della musica internazionale come Nirvana, Blur, White Stripes e The Black Keys, suoi principali riferimenti musicali anche come artista.

In Poket P*rno l’aggressività del punk-rock si mescola al rap e all’emo, creando una spirale di energia che travolge l’ascoltatore. Un flusso di sonorità passate e future, in cui il presente diventa veicolo di trasformazione musicale attraverso cui comunicare un universo introspettivo, suo e di tutta la gen Z. Contemporaneamente, non mancano critiche sociali ad ampio spettro, che mostrano tutta la lucidità cantautorale dell’artista. 

Il risultato è sorprendente: un linguaggio irriverente, provocatorio, cinico ma anche estremamente intimo, dentro canzoni da ascoltare a tutto volume pronte a farci mancare ancora di più il sudore del parterre e l’adrenalina del pogo.

“Tutti Vogliono è un riferimento al sovraffollamento di volontà in reciproco conflitto e alla tensione sociale che naturalmente ne consegue.” (Poket P*rno)

Intervista all’artista

Mi sembra che “tutti vogliono“ sia un brano con molti livelli di lettura, ci spieghi il significato del brano?

L’istinto primordiale da cui è germogliata la canzone è stato il sentimento di apparteneza a quello che faccio, contrapposto alla frivolezza e al bigottismo di tante altre persone che fanno la stessa cosa senza neanche rendersi conto della vera natura di quello che fanno. Tutti vogliono fare quello che vedono fare a chi lo fa perché lo sa fare, e soprattutto perchè sente di volerlo fare davvero. In secondo luogo questo, come altri miei pezzi, parlano del viscerale individualismo che si è radicato non solo nella società occidentale in generale, ma soprattutto dentro di me.

Racconti di una società che si potrebbe definire darwiniana, in cui ognuno lotta per sopravvivere, pensi sia per questo motivo l’egoismo generalizzato che caratterizza il mondo?

Non penso che sia davvero caratteristico del mondo intero… Infondo io prendo in esame (sempre molto con le pinze) la società prettamente occidentale, dai cui cultura e preconcetti siamo costantemente bombardati, tanto da arrivare spesso a dare per scontato che il mondo stesso sia plasmato sul nostro modo di vivere. Individualismo e necessità di lottare per emergere sono un cane che si morde la coda in fin dei conti.

Dove trovi ispirazione per i tuoi testi?

Sai, ora che ci rifletto meglio non c’è mai un momento in cui non mi senta ispirato. Vivo con la sicurezza di avere tante cose da dire a causa del mio overthinking perenne, motivo per cui faccio più fatica a far star dentro la cornice tutto quello che avrei da dire, piuttosto che a trovare carne da mettere sul fuoco. In generale comunque l’adrenalina è sempre un buon potenziatore di prestazione, quindi i momenti adrenalinici sono quelli in cui vivo più a pieno la cratività.

Marco e Poket P*rno sono la stessa cosa? La loro storia è la stessa?

Se intendi Marco Male (il mio progetto rap parallelo) assolutamente sì, sono solo due forme diverse che do allo stesso vissuto, anche perché ognuno dei due progetti, per vie delle peculiarità musicali, da più spazio a determinate chiavi di lettura delle mie emozioni piuttosto che ad altre. Se mi chiedi invece se ho costruito un alterego la risposta è no. Certo, nella vita non parlo come rappo o come canto, ma penso quello che dico nelle canzoni e sul palco sono sempre io a tirare fuori le mie vere emozioni.

Quali sono i tuoi peggiori difetti? E i tuoi pregi?

Ho il pregio di non arrendermi mai davanti agli ostacoli che si mettono tra me, e gli obiettivi di cui intravedo anche solo una piccolissima possibilità di riuscita. Sono molto riflessivo, presto seriamente attenzione alle persone e mi colpevolizzo quando sbaglio. Sono una persona tremendamente egoista e solitaria, e passo la vita a progettare la realizzazione della mia visione artistica. Mi arrabbio troppo facilmente. Odio molto.

Come ti sei approcciato al Rap?

Se ti riferisci al mio progetto parallelo Marco Male a 15 anni, uscendo con amici che mi hanno fatto ascoltare il rap. In quel momento ero frustrato perché non trovavo un punto di svolta nella scrittura dei pezzi punk che facevo con la band, e ho visto nel rap una strada che avrebbe potuto sbloccare un pochettino il mio processo creativo e farmi fare pratica in ambiti non ancora di mia competenza.

Hai forti influenze rock, punk e grunge, quali sono stati i tuoi riferimenti con il rap?

Nel rap le mie reference principali sono Kanye West, Vince Staple, Kendrick Lamar, A$AP Rocky, XXXTENTACION, BROCKHAMPTON e Aminé. In Poket P*rno le mie reference sono completamente altre.