JEREMY DUTCHER, ” MOTEWOLONUWOK ” è il secondo album del compositore discendente dagli aborigeni canadesi vincitore del premio Polaris e Juno

JEREMY DUTCHER, ” MOTEWOLONUWOK ” è il secondo album del compositore discendente dagli aborigeni canadesi vincitore del premio Polaris e Juno in uscita il 6 ottobre 2023

Un disco di pop sperimentale, un’esplorazione queer, salvifica e provocatoria dell’indigenità moderna

Oggi, JEREMY DUTCHER – il cantante Two-Spirit* di formazione classica, compositore, attivista e membro di Neqotkuk (Tobique First Nation) nel Canada orientale – condivide il trailer del disco, uno sguardo intimo sulla realizzazione del nuovo progetto, “Motewolonuwok“, in uscita il 6 ottobre via Secret City Records.
* termine pan-indigeno per discutere le identità interconnesse e intersecanti di genere, sessualità e cultura per coloro che potrebbero altrimenti essere identificati sia come LGBTQ+ che come indigeni.

Il video, girato da Émile Tremblay durante le registrazioni in Tiohtià:ke/Mooniyang, mette in luce il significato profondo dietro il termine “Motewolonuwok”: “Those who work with that which can be heard but not seen. Magicians. Witches.”. La ricerca di Jeremy in questo disco è stata quella di  “reclaim that term and understanding that the magic is inherent in who we are.”.

Il debutto di Dutcher nel 2018, Wolastoqiyik Lintuwakonawa, lo ha portato ai vertici delle performance canadesi, vincendo il Polaris e il Juno Awards, dandogli l’occasione di collaborare con Yo-Yo Ma, Buffy St. Marie e Beverly Glenn Copeland e di esibirsi in una bellissima performance di NPR Tiny Desk, e portandolo a far parte della giuria della Canada’s Drag Race. Dutcher è pronto a tornare con un disco che rappresenta un’esplorazione allo stesso momento commovente e radiosa dell’indigeneità contemporanea e del posto che occupa lui stesso al suo interno, in quello che possiamo senza dubbio considerare il suo lavoro più vasto.

Il nuovo album segna anche la prima volta che Dutcher scrive e canta in inglese, una scelta che testimonia la volontà di raggiungere e sensibilizzare un pubblico più ampio con la sua storia e quella della sua gente. Un potente invito alla guarigione e alla comprensione collettiva: “Shared tongue is a beautiful gift, with a complicated reason”, ha spiegato Jeremy.

“Motewolonuwok” risuona di un’orchestrazione dinamica e della drammaticità intrinseca del pianoforte a coda, ricordando una lunga serie di artisti che hanno ribaltato l’establishment classico per offrire progetti moderni e terribilmente affascinanti – come Julius Eastman, Perfume Genius, Arthur Russell, Beverly Glenn-Copeland e Merce Cunningham. Più intimo ed espansivo di qualsiasi cosa Dutcher abbia mai creato prima, Motewolonuwok supera il confine tra narrazione e composizione sia come disco di protesta trascendentale, che come esplorazione di sé.
Questo è pop sperimentale come medicina correttiva: un’esperienza provocatoria, curativa e queer che riempie ogni ascoltatore di potere e saggezza.

Prime reazioni a Motewolonuwok:

“Ancestors Too Young” is an urgent rocker, sung from the perspective of a parent devastated by the loss of a daughter. Amid guitar squalls and jittery brushes on the drum kit, tastefully arranged strings by Owen Pallett offer touches of solemnity.” – NPR Music

“[Ancestors Too Young] is a powerful new prism through which the composer shines his light. His plaintive vibrato still reflects his opera training as he sings, […] but his howl eventually rises to a rock-inspired crescendo […]. It’s an exciting new direction for the composer’s upcoming sophomore album, Motewolonuwok, mixing art rock influences with orchestral swells and a jazz rhythm section.” – Exclaim!’s Staff Picks

“The song [Skicinuwihkuk] is tender and lyrical, but also takes flight on a wave of orchestral sound that amplifies the song’s emotional content” – WNYC “New Sounds”

‘“Skicinuwihkuk” is a moving piece” – CBC Music


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