SAVAGE, su FSM “Lonely Night” dal nuovo album “Love and Rain” TOP VIDEO e Intervista

SAVAGE, su FSM “Lonely Night” dal nuovo album “Love and Rain” TOP VIDEO e Intervista

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SAVAGE: la grande ispirazione new-wave di “Love and Rain”

Roberto Zanetti, in arte SAVAGE, è il nome di riferimento per la scena dance e new-wave italiana degli anni ’80 e ’90. E poi grandi collaborazioni, e poi quel grandissimo gusto per i suoni, quell’amore spirituale che si permea anche nel suo essere padrone della scena, quel comunicare prima col corpo e poi con la parola e la sua forma canzone. Un solo disco nel 1985 e poi il grande silenzio personale, come Savage. Oggi il ritorno in scena con la sua produzione personale e un disco bellissimo disponibile anche in doppio vinile colorato pubblicato per DWA Records: si intitola “Love and Rain” ed è l’arte sacra della spirituale convinzione che l’amore è l’unico vero filo conduttore per una grande vita terrena in questo tempo. In rete tanti i video ufficiali pubblicati in questo tempo di distanze. L’ultimo della serie lo mettiamo in circolo anche noi: “Lonely Night”, di belle animazioni, di antico sapore dance, di inevitabili viaggi nel tempo.

Oggi un disco dopo qualche settimana sembra essere già vecchio e in genere gli artisti sentono già un senso di rivoluzione e di distanza dopo pochi giorni. Tu come lo riascolti oggi questo disco uscito ormai diversi mesi fa?

Di solito gli Artisti ascoltano così tante volte le nuove canzoni che per loro sono già vecchie il giorno dell’uscita. Quando ho tempo mi metto le cuffie e lo ascolto dall’inizio alla fine…e ancora lo amo! Ho scritto tutte le canzoni, per cui sono come dei piccoli figli per me, li amo tutti. Poi magari succede che per un certo periodo no lo ascolto e appena riesco a risentirlo mi suscita un sacco di emozioni!

C’è qualcosa che cambieresti? E cosa…?

Se lo ascolto con l’orecchio del produttore ovviamente trovo qualche errore, una voce bassa o alta di volume, una nota che poteva essere meglio, un particolare migliorabile. Ma anche la vita è fatta così, tante piccole imperfezioni che diventano belle nel tempo. In questi giorni di tutto digitalizzato dove le voci vengono passate nell’Autotune è buffo sentire quanto erano stonati i cantanti nei dischi di 30 anni fa! Se mi immergo nella musica e faccio un ascolto più distaccato no, non cambierei nulla…

Ultima traccia, ancora un grande omaggio al tuo glorioso passato. Perché questa scelta? Cosa rappresenta per te?

È la mia canzone più famosa nel mondo, una canzone che ha fatto ballare ed innamorare intere generazioni. Avevo provato a cantarla solo col pianoforte e già veniva molto bella, allora mi sono detto che con l’orchestra sarebbe venuta anche meglio…ed ho provato. Per me rappresenta la colonna sonora della mia vita, una lunga fila di ricordi, di concerti, di paesi visitati.

E che momento era quello per la musica e la New Wave made in Italy?

Erano momenti in cui la musica era bellissima e noi italiani, insieme agli inglesi, eravamo i creatori di un nuovo sound che stava conquistando il mondo. E’ stato un momento magnifico, le classifiche europee erano dominate da una nuova ondata di musica fresca, in gran parte realizzata da noi italiani.

Che poi si parla tanto di New Wave quando si fa il tuo nome ma io ci vedo molto altro, dal pop alla contaminazione world. Tu cosa ne dici?

Certamente! Ho sempre cercato di fare melodie che potessero rimanere, quindi orecchiabili, quindi Pop nel vero senso della parola.

Parliamo degli ultimi singoli estratti. “Where is the Freedom” mi ricorda un po’ la scena psichedelica anni ’90, quella dark-wave acida di città come Berlino. “Lonely Night” invece mi teletrasporta dentro riviere italiane alla Righeira. Come coesistono scenari così diversi dentro un unico disco?

L’album è nato come un evoluzione vintage di quello che avevo fatto negli anni 80. Ho voluto riprendere diversi stili che erano presenti nell’epoca, tutto condito con le mie melodie dark malinconiche. Io non li considero scenari diversi ma sfaccettature diverse di una stessa visione.

A chiudere: quanto ancora dobbiamo attendere per il tuo terzo lavoro?

Altri 35 anni!…ahah…Ho fatto questo disco per amore verso i miei fan e per la voglia che avevo di fare un nuovo progetto! Appena questa voglia tornerà mi rimetterò a registrare. Nel frattempo nel periodo Covid ho già scritto diverse canzoni!