LASERSIGHT: parlano del nuovo disco “Le due porte”

LASERSIGHT, presentano “Le due porte” il nuovo album, intervista FSM

Quando il rap prende deprime melodiche e si lascia contaminare dalla semplicità lirica. E qui è stato anche puntuale il nostro rapper romano Lasersight a colorarsi di collaborazioni utili allo scopo. Ed è così che nel nuovo disco troviamo Vea, troviamo i Malpensa, Veronica Verri e infine anche una feat. opportuna in stile come quella del rapper torinese Rayden, ex membro dei OneMic. Si intitola “Le due porte”, disco di conferme ma anche di quella maturazione capace di concepire derive e nuove direzioni. E qui il passato degli anni ’90 impera…

Nuovo disco per Lasersight dal titolo “Le due porte”. Cosa rappresenta e in che momento della tua storia arriva?

Rappresenta una bella crescita che ho avuto e che ancora sto avendo da parecchi anni a questa parte, mi sembrava il momento dopo tanti singoli ed EP di fare un vero e proprio album. Ci è voluto più di un anno di lavoro ma alla fine sono contento del prodotto che ho tirato fuori, è arrivato al momento giusto della mia storia musicale e rappresenta il giusto sparti acque tra il Lasersight di oggi e quello del passato.

Siamo in un tempo strano… le scelte, su tutti i fronti, hanno acquistato tutte un peso maggiore. Cosa ne pensi?

Già anche perché ormai con i vari social acquisiscono anche un peso maggiore e gli si dà maggior rilievo anche per scelte diciamo meno importanti o impopolari. Penso però che il bello di vivere in una democrazia sia proprio quello di scegliere naturalmente accentandone le conseguenze ed anche di avere un confronto con chi magari la pensa diversamente da te purchè si rimanga sempre nei ranghi della civiltà e dell’educazione.

Musica oggi significa anche liquidità digitale. A molti chiediamo quanto serve accodarsi nell’omologazione dell’arte? Tutti siamo su spotify… ma funziona realmente? Serve?

Spotify serve, perchè soprattutto in questa era digitale i numeri sono diventati la cosa principale e naturalmente queste piattaforme streaming sono il metodo migliore per provare a fare dei buoni numeri. Il suo aspetto negativo è che essendoci tantissima gente che fa musica è pressoché impossibile o comunque difficilissimo rimanere originali e fare un qualcosa che nessuno ha fatto. Per quanto mi riguarda questa cosa mi stimola a cercare di fare un qualcosa di diverso e distinguermi da questa massa che fa sempre cose uguali o che finisce per diventare inevitabilmente la copia di qualcun altro.

Dentro questo lavoro sbaglio o c’è anche moltissima leggerezza, non dico ironia ma proprio leggerezza pop italiana. Vero? Cosa ne pensi?

Verissimo ho cercato di dare leggerezza soprattutto nel sound ed anche in alcune canzoni perchè la musica è si leggera e deve svagare ma è un mezzo importantissimo per mandare messaggi ed io ho voluto cercare di scrivere anche messaggi seri lasciando però un sound leggero che non appesantisse troppo tutto il prodotto finale.

E in merito alle collaborazioni, tutte eccetto una proveniente del mondo del pop, che ci dici? Dalla lista rimane fuori qualcuno che avresti voluto al tuo fianco?

No. Ho messo dentro il disco le collaborazioni che volevo mettere e sono felice che tutti gli artisti abbiano accettato ed anzi approfitto per ringraziarli ancora una volta di aver preso parte al progetto. La scelta di avere solo Rayden come ospite rap e poi solo featuring provenienti dal pop è stata dettata molto dalla natura sia del disco in sè e, tornando anche alla domanda di prima, dalla leggerezza del sound usato sia dalla strada artistica che sto prendendo che sta strizzando l’occhio al pop, però ho voluto avere anche una collaborazione rap perchè io vengo da quel mondo e le radici non si scordano mai.